Radio K55
Data di pubblicazione: 18/04/2025 alle 11:51
(Adnkronos) – Il Salone di Donatello del Museo Nazionale del Bargello a Firenze ha riaperto oggi al pubblico, dopo quasi un anno di lavori di restauro e riallestimento, restituendo ai visitatori i capolavori assoluti della scultura rinascimentale che custodisce. Il nuovo allestimento comprende 65 opere e si distingue per una serie di scelte progettuali volte a migliorare la fruizione, la leggibilità e la sicurezza delle sculture esposte. Con i suoi 18 metri di altezza e una superficie di 445 metri quadrati il Salone è l'ambiente più imponente del palazzo: cuore del percorso del Museo Nazionale del Bargello è un vero e proprio simbolo dell'arte rinascimentale. Sono 9 i capolavori di Donatello che vivono in questa sala: il David in marmo, il San Giorgio, il Marzocco, il celeberrimo David in bronzo, l'Attis, il Putto danzante, la Crocifissione, la Testa di uomo barbuto e la Madonna di via Pietrapiana. A questi si aggiungono il San Giovanni Battista Martelli scolpito in collaborazione con Desiderio da Settignano e altre opere solo in parte di mano dell'artista o eseguite su suo progetto, all'interno della bottega. Accanto alle sculture di Donatello sono esposte nel Salone opere di coloro che, insieme a lui, furono i padri fondatori del Rinascimento fiorentino: Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, di cui vediamo qui le formelle presentate al celebre concorso del 1401 per la Porta nord del Battistero fiorentino. E ancora Luca della Robbia, che stupì i suoi contemporanei con l'invenzione di quella che Vasari definì "un'arte nuova, utile e bellissima", cioè la tecnica della terracotta invetriata. Nel Salone sono inoltre presenti artisti che di Donatello furono stretti collaboratori, come Michelozzo, oppure allievi di prim'ordine, come Desiderio da Settignano e Bertoldo di Giovanni, che contribuirono a rendere immortale la scultura fiorentina del primo Rinascimento. Il progetto, coordinato dal direttore generale Musei Massimo Osanna, è stato curato da Ilaria Ciseri, funzionario responsabile del Museo. I restauri sono stati condotti sotto la supervisione di Benedetta Cantini. I lavori sono stati particolarmente articolati, soprattutto per la complessa struttura di ponteggi necessaria a operare in uno spazio così ampio e architettonicamente impegnativo. Tra le principali novità spicca la disposizione dei due David di Donatello: il David in bronzo, collocato al centro della sala a sottolinearne il ruolo di autentica icona del museo, e il David in marmo, ora accostato al San Giorgio. La nuova collocazione dei due David consente un confronto diretto tra le opere, emblematico della rapida evoluzione stilistica dello scultore. Ripensata anche la posizione dell'Attis di Donatello e del David del Verrocchio, anch’essi ricollocati nell’ambito di un allestimento che punta a restituire maggiore coerenza narrativa e leggibilità al percorso espositivo. Un’ulteriore novità riguarda le basi espositive delle cinque sculture collocate al centro della sala. Le opere sono infatti installate su pedane dotate di dispositivi antisismici e antiribaltamento, integrati all’interno di una struttura in acciaio. Il sistema prevede un telaio di diffusione posizionato lungo gli spigoli perimetrali, equipaggiato con suole in materiale speciale progettate per assorbire e smorzare le vibrazioni generate da un eventuale evento sismico, contribuendo così alla massima tutela delle sculture esposte. Gli apparati didattici del Salone sono stati completamente rinnovati e aggiornati. Ogni didascalia è ora dotata di un QR Code, tramite il quale i visitatori possono accedere, dal proprio smartphone, a schede descrittive sintetiche, disponibili sia in italiano che in inglese, in formato testuale o audio. La versione audio consente una fruizione agevolata anche per i visitatori ipovedenti, mentre, a partire da maggio, il museo metterà a disposizione, gratuitamente, opuscoli in braille dedicati ai principali capolavori di Donatello, garantendo così un’esperienza il più possibile inclusiva e accessibile. Nell'ottica di una valorizzazione di più ampio respiro, volta a garantire maggiore coerenza narrativa, una migliore distribuzione spaziale delle opere e un rafforzamento del legame con i contesti di origine, alcune sculture sono state ricollocate nelle sedi di provenienza. È il caso dello Stemma Martelli di Desiderio da Settignano, che sarà presto fruibile al Museo di Casa Martelli, e delle due Sibille di Michelozzo, già da alcune settimane visibili al Museo di Orsanmichele. L’Annunciazione, recentemente attribuita a Walter Monich, è stata invece concessa in deposito al Museo Nazionale d'Abruzzo a L’Aquila, consentendone la ricomposizione con il patrimonio storico-artistico del proprio territorio. Hanno invece trovato una nuova collocazione all’interno del Bargello il San Giovanni Battista in marmo di Francesco da Sangallo, spostato nella Sala Michelangelo, e l'Eros in bronzo, già attribuito alla bottega di Jacopo Alari Bonacolsi, detto l'Antico, ora trasferito nella Sala dei Bronzetti con una nuova attribuzione a Guglielmo della Porta. "Il Salone di Donatello – ha dichiarato il direttore generale Musei Massimo Osanna – è, a tutti gli effetti, il tempio della scultura italiana del Quattrocento: un luogo che raccoglie capolavori straordinari, testimonianza di uno dei momenti più cruciali della storia dell’arte italiana. La riapertura di questa sala monumentale, dopo significativi interventi di restauro e riallestimento, restituisce al pubblico un ambiente di eccezionale valore architettonico e un percorso espositivo rinnovato e accessibile". "Il progetto ha saputo coniugare conservazione e innovazione, migliorando la leggibilità delle opere e offrendo strumenti di fruizione inclusiva, pensati per tutti i pubblici – ha aggiunto Osanna – Determinanti sono stati anche l’introduzione di una nuova cromia per le pareti e un attento intervento sull’illuminazione, capaci di conferire nuova luce e profondità a questo spazio. È un passo importante per il Bargello, proprio in quest’anno speciale che segna la sua unione con la Galleria dell’Accademia in un unico istituto museale: un’occasione per costruire un percorso narrativo di grande suggestione, capace di raccontare, in modo ancora più efficace, la straordinaria vicenda del Rinascimento italiano – e di Firenze, che ne fu una delle grandi capitali. Un particolare ringraziamento a Paola D'Agostino, precedente direttrice, con la quale questa grande avventura ha avuto inizio". "Siamo molto soddisfatti del risultato di questi lunghi mesi – ha spiegato Ilaria Ciseri, funzionario responsabile del Museo Nazionale del Bargello -: i lavori di restauro hanno dato nuova vita alle pareti del Salone, ambiente monumentale che è il cuore storico del palazzo e ‘dimora’ di capolavori tra i più noti al mondo. Progettare e mettere in atto il nuovo allestimento è stata altresì un’impresa non indifferente, un complesso lavoro di squadra che ha coinvolto in un crescente entusiasmo professionalità interne ed esterne al museo. L’intento è stato di migliorare l’assetto espositivo con poche ma significative modifiche, ottimizzare – per la prima volta all’interno del museo – i parametri statici di alcune sculture con dispositivi antisismici e aggiornare le tradizionali didascalie con sistemi multimediali di moderna generazione, per un’accessibilità sempre più inclusiva". (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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