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Patrick Djivas (PFM): “Con De André era facile litigare ma è stato un ‘matrimonio’ felice”

today10/03/2025 - 12:06 2

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Data di pubblicazione: 10/03/2025 alle 12:06

(Adnkronos) –
“Con Fabrizio era facilissimo litigare. Lo si faceva una trentina di volte al giorno. Però, altre trenta volte facevamo la pace, come se niente fosse. Era una persona formidabile ed è stato un matrimonio felice”. A raccontarlo è Patrick Djivas, bassista e compositore della Premiata Forneria Marconi (PFM), ospite del nuovo episodio del vodcast dell'Adnkronos, disponibile in versione integrale sul sito www.adnkronos.com e sul canale YouTube dell'Adnkronos. La Premiata Forneria Marconi celebra i 45 anni (1978/1979) dall’iconico sodalizio con il cantautore genovese Fabrizio De André con l’album live ‘PFM canta De André Anniversary’, registrato durante il tour 2023-2024. Un progetto che ha segnato profondamente la musica italiana, unendo il rock progressivo della band alla poesia della canzone d’autore. Il disco arriva anche in concomitanza con l’85esimo anniversario della nascita di Fabrizio De André (18 febbraio 1940).  
“Quando lo abbiamo incontrato in Sardegna, lui non voleva più fare musica”, racconta Djivas. “Era arrivato a un punto in cui voleva smettere. Gli mancava qualcosa. Aveva il canto e i testi, ma non la musica. Con noi ha trovato la terza gamba del tavolino. Siamo fieri di aver contribuito a questo patrimonio, non solo per il lavoro svolto, ma perché abbiamo regalato all’Italia altri vent’anni di Fabrizio De André”. 
E la musica dei grandi artisti come Fabrizio De André è senza tempo. “Fabrizio sapeva offrire un'alternativa alla realtà di tutti i giorni. Non un’alternativa banale, ma di altissima qualità, intelligente e importante. I ragazzi di oggi, che già hanno molte difficoltà con la realtà, possono trovare nelle sue parole qualcosa di essenziale. E la cosa straordinaria è che quello che diceva Fabrizio non era difficile da comprendere: era profondo, ma accessibile a tutti”, dice Djivas sottolineando il fascino trasversale della musica del cantautore genovese: “Ai nostri concerti vediamo tantissimi giovanissimi di 13-14 anni, così come persone della nostra età. C’è una varietà di generazioni incredibile. Perché la musica di Fabrizio non ha età. E questa è la sua magia”.  
Djivas riflette anche sulle differenze tra la scena musicale di ieri e quella di oggi: “È difficile immaginare oggi una collaborazione tra due entità come la PFM e un cantautore del calibro di Fabrizio De André, anche se l'idea rimane affascinante. Sarebbe interessante, ad esempio, unire un rapper di un certo tipo a un gruppo come la PFM: le potenzialità artistiche e musicali di un simile progetto sarebbero notevoli”. Tuttavia, riconosce che i tempi sono cambiati: “Oggi la collaborazione musicale avviene principalmente tra artista e computer. Sarebbe sbagliato ignorare l'influenza del tempo: ogni epoca ha le sue caratteristiche e la sua realtà”. Sul dibattito riguardo alla qualità della musica contemporanea, Djivas precisa: “Non bisogna credere che non esista più la musica. Tutt'altro. Ogni momento storico ha il suo valore, indipendentemente dagli strumenti che utilizza per esprimersi”, autotune compreso. “La musica segue sempre i bisogni della massa giovanile del momento. Aiuta i ragazzi a vivere il loro presente, a dipingere quel momento, e non può fare diversamente. Criticare il presente è facile, ma forse non lo comprendiamo fino in fondo. La musica di oggi non è migliore o peggiore: è semplicemente lo specchio del tempo in cui viviamo”.  Secondo Djivas, in Italia la musica è spesso trattata con superficialità dai media: “Diciamo che in Italia abbiamo un po' la sfortuna che la musica viene trattata prevalentemente dalla televisione. E la televisione fa televisione, non fa musica. Sanremo, per esempio, è un contenitore con mille cose dentro, dove la musica è solo un filo conduttore. Lo stesso vale per i talent show. In Italia siamo un po' sfortunati da questo punto di vista”. A proposito di Sanremo 2025, Djivas racconta di aver particolarmente apprezzato la versione de ‘Il Pescatore’ proposta da Olly con Goran Bregovic: “Ci è piaciuta moltissimo. Ha utilizzato il nostro arrangiamento, ma con le sue sonorità. Questa cosa ci ha fatto molto piacere, ovviamente”. Infine, lo storico bassista della Pfm commenta ironicamente la tendenza di alcuni artisti ad annunciare il loro ‘ultimo tour’: “Ci sono artisti che annunciano l'ultimo tour, l'ultimo anno, le ultime date. Di solito durano altri dieci anni dopo! La gente ci casca, va a vedere il concerto pensando che sarà l’ultima volta. Noi? Non l'abbiamo mai fatto. Però lo faremo un giorno o l'altro, per forza. Ma senza un annuncio prima. Non giocheremo mai sul fatto di dire che è l'ultima tournée per agevolarne l'andamento. Questo non è nelle nostre corde”. di Loredana Errico e Lucrezia Leombruni
 —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Written by: News News

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