Radio K55
Data di pubblicazione: 15/04/2025 alle 00:43
(Adnkronos) – Dopo aver congelato per tre mesi i dazi nei confronti dell'Ue, arriva un nuovo colpo di scena firmato Donald Trump. Il presidente Usa sta infatti considerando un'esenzione temporanea dalle tariffe per le aziende automobilistiche, colpite dai dazi al 25%. ''Sto valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche che si stanno riconvertendo per le parti prodotte in Canada, Messico e altri luoghi e hanno bisogno di un po' più di tempo", le parole del presidente Usa. "Le produrranno qui, ma hanno bisogno di un po' più di tempo'', ha poi rimarcato. Non esistono attualmente auto interamente prodotte negli Stati Uniti. Alcune sono assemblate nel paese con parti provenienti da Canada e Messico. Dopo l'annuncio, Wall Street ha chiuso in rialzo: il Dow Jones chiude infatti in progressione dello 0,78% a 40.524,794 punti. L'S&P 500 chiude in crescita dello 0,84% a 5.408,32 punti mentre il Nasdaq chiude in rialzo dello 0,64% a 16.831,48 punti. Intanto, nonostante una temporanea esclusione, gli smartphone, i laptop e altri prodotti hi-tech potrebbero presto finire sotto il peso dei nuovi dazi voluti da Trump. A rivelarlo è stato il Segretario al Commercio Howard Lutnick durante un’intervista con Jonathan Karl di ABC News, dove ha spiegato che i beni attualmente esenti verranno probabilmente inclusi in un nuovo pacchetto di tariffe destinato a colpire l’industria dei semiconduttori “tra un mese o due”. Un cambio di rotta che arriva pochi giorni dopo la pubblicazione, da parte dell’amministrazione Trump, delle nuove linee guida sulle tariffe commerciali: un documento che escludeva temporaneamente dispositivi come smartphone e computer portatili dal sovrapprezzo del 125% imposto la scorsa settimana sui prodotti di origine cinese. “Non si tratta di un’esenzione permanente,” ha precisato Lutnick, anticipando che le tariffe verranno estese anche a questi beni sotto forma di un’imposizione “a focus speciale”, simile a quella già adottata per il settore automobilistico.
Alla domanda se questi dazi includeranno prodotti come gli iPhone – la cui produzione avviene in gran parte in Cina – Lutnick ha risposto con un secco “corretto”, sottolineando che l’obiettivo dell’amministrazione è spingere le aziende a riportare la produzione sul suolo statunitense. Karl ha fatto notare che “non si può aprire una fabbrica domani per costruire iPhone,” interrogandosi sull’inevitabile ricaduta sui prezzi al consumo negli Stati Uniti. Ma per Lutnick, non è detto che ciò accada: “L’idea è che possiamo fabbricare qui in America. Ho visto Panasonic, per esempio. Una compagnia giapponese. Stanno aprendo una fabbrica incredibile in Kansas,” ha detto, riferendosi probabilmente all’impianto per batterie elettriche di cui la multinazionale ha annunciato l’avvio nel 2022. Curiosamente, l’impianto beneficia degli incentivi previsti dal Inflation Reduction Act dell’era Biden, una legge che Trump ha già promesso di smantellare. Più tardi nella giornata di domenica, lo stesso Trump ha smentito che sia stata concessa un’esenzione tariffaria vera e propria, dichiarando che il governo sta analizzando “l’intera filiera elettronica” nel contesto delle nuove indagini tariffarie per la sicurezza nazionale. Parlando ai giornalisti sull’Air Force One, ha confermato che l’annuncio ufficiale del nuovo dazio sui semiconduttori è previsto “entro la prossima settimana", aggiungendo che ci sarà “una certa flessibilità per alcuni prodotti” – senza però specificare quali. In un clima già teso tra Stati Uniti e Cina, questa nuova offensiva commerciale promette di scuotere ancora una volta il mercato globale dell’elettronica. E mentre la Casa Bianca parla di rilocalizzazione produttiva, aziende e consumatori americani si preparano a fare i conti con un futuro fatto (forse) di prezzi più alti e catene di fornitura da reinventare. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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