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Salute e Benessere

Droga, medico Gatti: “Attenzione ai farmaci a rischio abuso e contraffatti. Cosa insegna il caso Usa”

today20/03/2025 - 16:47 3

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Data di pubblicazione: 20/03/2025 alle 16:47

(Adnkronos) – "Mentre le notizie che arrivano dagli Usa, a proposito della diminuzione delle morti per overdose da fentanyl, sembrano rassicuranti, desta preoccupazione" l'alert lanciato dagli esperti Oms (Organizzazione mondiale della sanità) sulla presenza, anche in Europa, "di confezioni di ossicodone contraffatto, contenente nitazene – oppioide ad alta potenza, più alta del fentanyl, che può provocare overdose immediata in chi lo assume – assieme alla notizia dell'allerta in Scozia per la diffusione di eroina miscelata con nitazene. Anche qui il pericolo di overdose è altissimo". Sono due segnali che riguardano il Vecchio Continente e che hanno attirato l'attenzione di Riccardo Gatti, medico specialista in psichiatria e psicoterapeuta, da anni al lavoro sul tema delle sostanze psicoattive, delle dipendenze e delle dinamiche che portano al consumo.  "La preoccupazione che il mercato delle droghe e dei farmaci contraffatti in Europa possa diventare ancor più pericoloso e simile a quello Nord Americano rimane realistica" ed "è importante capire cosa ci può insegnare la situazione statunitense – spiega l'esperto all'Adnrkonos Salute – I decessi per droga Oltreoceano stanno diminuendo in 50 stati ed è senz'altro una buona notizia. Ma non significa che adesso gli Stati Uniti abbiano superato una situazione particolarmente drammatica: i numeri, ancora molto alti, sembrano solo riportare alla situazione del 2019, prima della pandemia Covid, e nessuno è in grado di dire se scenderanno ancora. Il primo insegnamento è pertanto che, una volta che si è creata una situazione emergenziale, ritornare indietro richiede anni. Quindi le strategie e le azioni preventive sono fondamentali, assieme ad una capacità ampia di visione su quanto accade nel mondo e potrebbe accadere anche da noi".  Negli Usa, ricorda Gatti, la prima ondata di overdose da oppioidi è iniziata alla fine degli anni '90, dopo che negli anni '80 era stata affrontata una drammatica diffusione di cocaina e crack, ed è attribuibile alla sovraprescrizione di questi farmaci antidolorifici". Per l'esperto questo deve far riflettere su due aspetti: "Il fatto che sostanze come la cocaina ed il crack siano oggi particolarmente diffuse e, tristemente, di tendenza in Italia, non ci salva, automaticamente, da altre situazioni", e in secondo luogo "è necessaria una maggiore attenzione ai farmaci di possibile abuso, che peraltro già escono pericolosamente dal circuito della cura: determinate sostanze, non sono facilmente gestibili al di fuori di uno stretto controllo medico, nell'ambito di una prescrizione appropriata". Tuttavia, ragiona Gatti, "un maggior controllo sulle prescrizioni avviato a posteriori negli Usa e non bilanciato da maggior informazione e da una buona accessibilità alla cura delle persone ormai affette da dipendenza da oppioidi ha portato molte di queste a rivolgersi al mercato illecito". Quindi per l'esperto una 'lezione' potrebbe essere che "un maggior controllo, in presenza di un'offerta di cura insufficiente e poco accessibile, può avere effetti paradossali pesanti". La controreazione Usa, a quei tempi, "fu soprattutto quella di cercare di reprimere maggiormente il mercato illecito. Questo alimentò ciò che alcuni definiscono una 'incarcerazione di massa', anche di persone che, oltre a svolgere attività illecite, erano tossicodipendenti. Anche da noi le carceri possono diventare terreno di incubazione e perfezionamento per persone tossicodipendenti", prospetta. Nel frattempo, "il mercato della droga Usa virava sempre più verso sostanze sintetiche ad alta potenza, sia miscelate alle droghe classiche, sia contenute in farmaci contraffatti. Alcuni osservatori sostengono, in relazione alla diffusione di fentanyl, che questo sia stato fatto proprio perché le sostanze sintetiche ad alta potenza sono più facili da movimentare (da piccoli quantitativi moltissime dosi) in situazioni di forte controllo repressivo". Una teoria che non convince pienamente Gatti. Quando poi alle parole di Donald Trump, che ha comparato il traffico di fentanyl al terrorismo, "non so se abbia ragione", riflette. Ma per l'esperto va detto che "in ogni caso tutto ciò ha ulteriormente aumentato il numero di overdose mortali. Teniamo presente che anche l'Europa ha molti nemici e i tentativi di destabilizzazione con la diffusione di droghe, nell'ambito di guerre asimmetriche, non sono fantapolitica: fanno parte della storia".  Tornando di nuovo agli Usa, "i mix di fentanil e xilazina presenti nelle droghe di strada (la xilazina è un tranquillante per animali senza uso approvato dalla Fda nell'uomo) hanno reso i sintomi di astinenza molto più strazianti e più difficili da trattare". Recuperarli diventa una sfida complessa.  "Ciò che possiamo imparare" da quello che avviene Oltreoceano, "pertanto, è che i mercati delle droghe sono in continua evoluzione, ma il loro futuro sembra già definito: diffusione mix di sostanze attive ad alta potenza, con possibili effetti differenziati, per raggiungere una clientela più ampia, e farmaci contraffatti, in grado di generare rapidamente una forte dipendenza, difficile da trattare. In questo ambito gli oppioidi sintetici ad alta potenza, da soli o in mix con altre droghe classiche o nuove (per esempio fentanyl o nitazeni, più cannabinoidi sintetici), sono una risorsa importante e poco costosa da produrre", avverte Gatti.  "Poiché i cambiamenti nelle offerte dei mercati clandestini sono relativamente rapidi e le organizzazioni criminali esercitano, ormai, un'azione globalizzata – ammonisce il medico – l'adozione di strategie inadeguate e, soprattutto, in ritardo rischia di produrre più danni che benefici. L'incapacità del sistema di prevenzione e cura nell'intercettare precocemente il bisogno a livello territoriale è uno dei problemi che negli Usa non sono riusciti a risolvere. Un problema simile è presente, sebbene per ragioni diverse, anche in molte regioni italiane". Privilegiare dunque "gli investimenti sulle azioni repressive e di controllo, sacrificando l'evoluzione e le potenzialità del sistema pubblico di prevenzione e cura – per carenza di investimenti, per motivi ideologici, o per altri motivi – potrebbe essere un errore in atto anche da noi. Da correggere il più rapidamente possibile", conclude.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Written by: News News

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