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Data di pubblicazione: 22/04/2025 alle 14:19
(Adnkronos) – L'intelligenza artificiale (IA) non è più una promessa futuristica, ma una forza trasformativa che sta ridefinendo il panorama del lavoro in Italia e a livello globale. Per comprendere appieno le implicazioni di questa rivoluzione tecnologica, abbiamo intervistato Moreno Ferrario, Head of LTS Enterprise di LinkedIn Italia, un osservatore privilegiato delle dinamiche del mercato del lavoro e dell'evoluzione delle competenze. In questa approfondita conversazione, Ferrario esplora le competenze IA emergenti, le strategie aziendali per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'IA, l'impatto sull'assunzione e la gestione del talento, la questione del gender gap nel settore, il ruolo cruciale dei policymaker e il contributo di LinkedIn nel preparare i professionisti italiani alle sfide del futuro del lavoro.
Quali sono le principali competenze che l'AI sta rendendo indispensabili nel mercato del lavoro italiano e come si prevede che queste evolveranno entro il 2030?
La rapida evoluzione dell'intelligenza artificiale (IA) sta modificando profondamente il panorama del lavoro, sia a livello globale sia in Italia. Le tre competenze IA che crescono più rapidamente sono la Generative AI, i Large Language Models (LLMs) e la Time Series Forecasting. Entro il 2030, a seconda del ruolo professionale, si prevede che l'IA potrà impattare fino al 70% delle competenze richieste oggi per quello stesso ruolo, trasformando profondamente sia i ruoli tecnici che quelli in ambito marketing, vendite e risorse umane.
In Italia, il numero di professionisti che hanno aggiunto competenze in IA ai propri profili LinkedIn è aumentato di 17 volte dal 2016, con le assunzioni in ambito IA cresciute del 415%. Questo riflette una crescente domanda di competenze tecnologiche avanzate, ma è importante sottolineare che le competenze umane, come l'adattabilità e la collaborazione, sono altrettanto indispensabili. Dal 2018, l'importanza delle competenze umane in Italia è aumentata del 10%, confermando che la capacità di lavorare in modo interfunzionale è un fattore chiave nel contesto lavorativo guidato dall'IA.
A livello europeo, le competenze in IA sono in forte crescita, con un aumento del 124% dei professionisti del settore dal 2016. In Italia, il numero di professionisti con competenze in IA è aumentato in modo significativo, con un incremento del 40% nei settori tecnologia, informazione e media tra il 2021 e il 2023.
Nel prossimo decennio, le professioni tecnologiche cresceranno, ma ci sarà anche una forte domanda di competenze umane per affrontare le sfide etiche e sociali poste dall'IA. La capacità di lavorare in ambienti collaborativi e di adattarsi rapidamente a nuove tecnologie sarà fondamentale per i professionisti del futuro. Per questo, è essenziale l’approccio “Human-centric” all’IA.
Come possono le aziende italiane adattarsi per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale, rimanendo competitive a livello internazionale?
Per cogliere appieno le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e mantenere la competitività a livello internazionale, le aziende italiane devono agire con decisione sul fronte della formazione. I programmi di upskilling e reskilling rappresentano oggi una leva imprescindibile:
Non si tratta solo di acquisire nuove competenze digitali, ma di costruire una cultura aziendale capace di valorizzare l’innovazione, affrontare le trasformazioni in atto e favorire un apprendimento continuo. Le aziende che investono nello sviluppo delle competenze in ambito IA registrano un vantaggio competitivo concreto: hanno il 15% di probabilità in più di superare i concorrenti.
In questo contesto, promuovere ambienti di lavoro che incoraggino la collaborazione, la flessibilità e lo sviluppo delle competenze trasversali è fondamentale per prepararsi alle sfide future. L’adozione dell’IA può diventare un acceleratore di produttività ed efficienza, a condizione che venga accompagnata da un investimento strutturato sulle persone.
In che modo l'intelligenza artificiale sta influenzando le politiche di assunzione e la gestione del talento nelle aziende italiane?
L’intelligenza artificiale sta già influenzando in modo significativo le politiche di assunzione e la gestione del talento nelle aziende italiane. In un mercato del lavoro profondamente cambiato, dove attrarre e trattenere i talenti è sempre più complesso, l’AI rappresenta uno strumento strategico per ottimizzare i processi di selezione, migliorare l’efficienza nella gestione delle risorse umane e offrire percorsi di crescita più personalizzati.
Dal punto di vista delle imprese, integrare queste tecnologie significa non solo automatizzare attività ripetitive, ma anche prendere decisioni più informate e mirate, ad esempio nell’identificazione delle competenze più richieste o nella costruzione di piani di sviluppo su misura. Tuttavia, questa evoluzione richiede anche un forte impegno sul fronte dell’etica e della trasparenza, per garantire un uso responsabile dell’AI che mantenga centrale la dimensione umana del lavoro.
Per i professionisti, l’AI rappresenta sia un’opportunità che una sfida. Da un lato, può abilitare modalità di lavoro più agili, creative e produttive; dall’altro, solleva interrogativi sul futuro delle competenze. Diventa quindi essenziale investire nella formazione continua e nell’aggiornamento costante, per restare competitivi in uno scenario in rapida evoluzione.
In questo contesto, le aziende che sapranno coniugare tecnologia e ascolto, innovazione e cultura, saranno quelle in grado di costruire relazioni solide e durature con i talenti, valorizzando al meglio il potenziale dell’intelligenza artificiale senza perdere di vista le persone.
Data la crescita del talento AI in Europa, come sta l'Italia affrontando il gender gap nel settore? Quali sono le principali sfide e opportunità?
In Italia, il talento legato all’intelligenza artificiale sta crescendo rapidamente, ma il divario di genere rappresenta ancora una sfida importante. Sebbene il nostro Paese registri una presenza femminile leggermente superiore alla media globale – con le donne che costituiscono circa il 30,4% dei professionisti AI, rispetto al 26,7% a livello mondiale – la partecipazione femminile nel settore resta ancora troppo bassa, soprattutto se si considera il potenziale di crescita dell’AI nei prossimi anni.
Le principali sfide riguardano l’accesso alle competenze tecnico-ingegneristiche, che restano oggi prevalentemente appannaggio degli uomini. In un contesto europeo in cui solo il 26,3% dei professionisti AI sono donne, l’Italia si colloca sopra la media, ma è chiaro che la strada da fare è ancora lunga. A fronte di ciò, una delle opportunità più rilevanti è proprio quella di ampliare la rappresentanza femminile nei percorsi STEM – sia a livello formativo che professionale – creando ambienti inclusivi e offrendo reali possibilità di crescita alle donne che scelgono di intraprendere una carriera nel mondo dell’AI.
Colmare il gender gap non è solo una questione di equità: è anche un fattore chiave per rendere il settore più ricco di punti di vista, più innovativo e, in definitiva, più competitivo. Le aziende italiane hanno quindi l’opportunità di distinguersi non solo adottando tecnologie avanzate, ma anche promuovendo una cultura dell’inclusione, capace di valorizzare davvero ogni tipo di talento.
Quali iniziative sono state adottate in Italia per promuovere la parità di genere nel settore dell'intelligenza artificiale e quali sfide persistono?
Aziende come istituzioni, già da diversi anni, sono impegnate in programmi e iniziative di formazione, mentoring e di reclutamento dedicati alle donne nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Microsoft, ad esempio, offre formazione gratuita e attività di mentoring per le giovani donne, incoraggiandole a intraprendere carriere STEM. Infatti, la formazione è centrale per abbattere questo tipo di barriere: in LinkedIn offriamo regolarmente una serie di corsi gratuiti – che includono materie tecniche e innovative – e sono anche parte della National Skilling Initiative. Ad esempio, corsi come "Introduzione all'IA" e "Fondamenti di IA Generativa" nel 2024 sono stati nella Top 3 dei contenuti di formazione più utilizzati su LinkedIn in Italia. O ancora, la serie Women Transforming Tech di LinkedIn Learning con corsi gratuiti incentrati su materie STEM.
Qual è il ruolo dei policymaker nel modellare un futuro del lavoro equo e sostenibile in Italia nell'era dell'intelligenza artificiale?
I policymaker svolgono un ruolo fondamentale nel modellare un futuro del lavoro equo e sostenibile in Italia nell'era dell'intelligenza artificiale. Innanzitutto, è essenziale che promuovano politiche che incentivino l'alfabetizzazione e la formazione in ambito IA, garantendo che tutti i lavoratori abbiano le competenze necessarie per affrontare le sfide imposte dall'adozione di tecnologie avanzate.
In parallelo, i policymaker devono fare in modo che le regolamentazioni incentivino l'innovazione, senza mai compromettere gli standard etici e la responsabilità sociale. Occorre creare un ambiente che favorisca la crescita del talento, ma allo stesso tempo garantisca pari opportunità per tutti, con particolare attenzione ai gruppi sottorappresentati, come le donne nel settore tecnologico.
L’Italia, così come l’Europa, ha un'opportunità unica di posizionarsi come leader nell’AI responsabile, sostenendo le aziende e i professionisti attraverso politiche che facilitino l’acquisizione di competenze avanzate, specialmente in un contesto in cui la domanda di talenti in IA è destinata a crescere. Solo così si potrà affrontare la sfida di un futuro del lavoro che sia davvero equo e sostenibile per tutti.
Come sta LinkedIn contribuendo alla formazione e alla riqualificazione dei professionisti in Italia per prepararli alle sfide poste dall'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro?
LinkedIn sta svolgendo un ruolo fondamentale nel supportare i professionisti italiani nel processo di formazione e riqualificazione, preparando così la forza lavoro alle sfide poste dall'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. La piattaforma ha introdotto funzionalità di ricerca lavoro avanzate, basate sull’intelligenza artificiale, che consentono agli utenti di individuare opportunità professionali più in linea con le proprie competenze e aspirazioni.
Inoltre, LinkedIn offre corsi di formazione focalizzati sull'IA, con una libreria che conta oltre 1400 corsi specifici per aiutare i professionisti a rimanere competitivi e aggiornati. A livello globale, già più di mezzo milione di professionisti usa le nostre certificazioni di IA Generativa. Grazie all'introduzione di corsi gratuiti, specifici per le tecnologie emergenti come il GPT-4, LinkedIn sta contribuendo a colmare il divario di competenze e a preparare i professionisti ad affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione, dove l'apprendimento non è più un’opzione, ma una priorità per la crescita professionale.
In che modo l'intelligenza artificiale è integrata in LinkedIn e quali impatti ha sulle funzionalità e l'esperienza utente della piattaforma?
L'intelligenza artificiale è integrata in LinkedIn tanto da migliorare l'esperienza degli utenti attraverso funzionalità avanzate come la creazione di contenuti di valore e strumenti per ottimizzare il networking tra professionisti. Queste tecnologie consentono di mettere in evidenza le competenze e le esperienze, facilitando l'accesso a opportunità professionali in linea con i propri valori e aspirazioni. Si tratta, ad esempio, di strumenti che aiutano sia coloro che cercano di individuare la migliore opportunità per un nuovo lavoro, sia i professionisti che cercano di assumere i talenti più idonei.
LinkedIn sta anche adottando l'AI generativa per aumentare la produttività e semplificare attività ripetitive (ad esempio, revisionare migliaia di CV o scrivere un annuncio di lavoro, così come scrivere una lettera di presentazione efficace e personalizzata al meglio), liberando così tempo per concentrarsi su aspetti più creativi e strategici del lavoro, come la selezione dei candidati e l'innovazione.
In ambito formazione, Linkedin Learning è dotato di un coach AI che interagisce con l’utente e lo guida nella definizione del miglior percorso formativo sulla base degli obiettivi che vuole raggiungere, creando a tutti gli effetti una formazione su misura per ogni utente.
È inoltre possibile testare e migliorare le proprie competenze tramite “role play” fatti con un agente AI che mette alla prova gli utenti sulle tematiche di interesse.
L'azienda si impegna a sviluppare queste tecnologie in modo responsabile, garantendo che le funzionalità basate sull'AI siano sicure, etiche e vantaggiose per gli utenti, mantenendo un approccio che valorizza l'interazione umana.
—tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Scritto da: News News
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