Radio K55
Data di pubblicazione: 18/01/2025 alle 18:29
(Adnkronos) –
"Dare ai bimbi radici e ali": un'identità comune in cui potersi sempre riconoscere e un cielo in cui volare, liberi di realizzare sogni e inclinazioni personali. "Il processo formativo di bambini e adolescenti deve fare questo" e "le novità introdotte a scuola dal ministro Valditara vanno nella direzione giusta" secondo il pediatra Italo Farnetani. L'esperto affida all'Adnkronos Salute la sua 'pagella' su alcuni dei cambiamenti che si prospettano con le Nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo scolastico, annunciate dal titolare dell'Istruzione. Dal medico arrivano 5 'sì', un 'no' e un paio di 'ni', o meglio di 'sì ma'. E anche qualche proposta: rispolverare il vecchio dizionario, seppure in versione '2.0', e avvicinare gli studenti alla musica partendo dai brani più pop. Senza disdegnare quindi la musica leggera, perché "non sono solo canzonette". E il latino? "Bene, però dalla terza media". "Al primo posto dei 'sì' – esordisce il pediatra, professore ordinario all'Università Ludes-United Campus of Malta – metterei la promozione della lingua italiana e della grammatica fin dalla scuola primaria. L'obiettivo non deve essere la 'bella lingua' o la 'lingua pura', che non è mai esistita", precisa l'esperto, ma "è necessario dare agli alunni uno strumento per poter imparare un modo di comunicare che non sia solo quello 'fast' imposto da email, social e messaggini. Va bene utilizzare delle abbreviazioni, le usavano anche gli antichi amanuensi dell'antichità, ma è importante anche saper scrivere bene e in modo compiuto in italiano, per evitare equivoci e fraintendimenti. Fra tutte le novità introdotte, per me questa è la più importante. Se facessi il gioco della torre, sarebbe l'ultima che getterei. E ai docenti do anche un consiglio: insegnare l'uso del dizionario", suggerisce il medico. "Non il tradizionale 'tomo' che spesso nelle case non c'è nemmeno più, ma un dizionario online e quindi a portata di smartphone. Aiuterà i ragazzi a una scrittura corretta, ma anche più personale e autonoma". Sul podio dei 'sì', al secondo posto Farnetani mette 3 ex aequo: la promozione della musica, della storia dell'arte e degli studi umanistici. "La musica è importante – spiega – stimola il cervello, tanto che noi pediatri abbiamo promosso il progetto 'Nati per la musica' proprio per proporla ai piccoli ancora prima che nascano, già dal settimo mese di gravidanza. La musica, inoltre, è anche un linguaggio universale che perciò favorisce l'inclusività e l'integrazione. Attenzione, però: fino ai 10 anni il bambino ragiona su ciò che si ricorda, che conosce o che vede, quindi nell'insegnare la musica propongo di partire con le canzoni più conosciute, anche quelle della musica leggera che fanno parte del nostro vissuto, che la gente fischietta e che i bimbi hanno sentito. E' un modo proprio per favorire lo spirito di gruppo e la socializzazione". Al secondo posto fra i 'sì' di Farnetani c'è "la promozione della storia dell'arte. Ottimo – dice il pediatra – rafforza le radici e abitua i bambini alla bellezza, li allena all'armonia. Un altro consiglio che do agli insegnanti è di puntare sulla storia dell'arte del territorio, perché le radici non sono solo quelle familiari", ma affondano nella terra che si calpesta e che si vive. Infine, terzo ex aequo, sul secondo gradino del podio dei 'sì' va messa per il medico "la promozione della cultura e dello studio umanistico, fondamentale perché favorisce la crescita e lo sviluppo della persona. Anche se oggi siamo sempre più legati alla tecnica, all'informatica – osserva l'esperto – dietro a ogni computer ci sarà sempre una persona. E se attraverso la cultura umanistica le avremo fatto sviluppare intelligenza, creatività e sensibilità, non ci sarà mai intelligenza artificiale che potrà uguagliarla". L'ultimo 'sì' di Farnetani va alla severità nel punire una condotta insufficiente: "La metto al terzo posto – puntualizza – solo perché riguarda per fortuna un numero limitato di alunni. Ma se ci sono stati comportamenti sbagliati è bene che la società, attraverso le istituzioni e in questo caso la scuola, mandi un segnale ben preciso di condanna perché l'alunno capisca che esistono delle regole e che vanno rispettate. Non è un atteggiamento coercitivo, sono i famosi 'no che aiutano a crescere'", chiarisce il medico.
Il latino, novità tra le più dibattute della riforma Valditara, Farnetani lo mette tra i 'ni': "E' il primo dei miei 'si ma'", afferma. "Il latino – ragiona l'esperto – è un modo per far conoscere le nostre radici, ma anche per favorire il ragionamento. Per questo ritengo che il bambino di seconda media non abbia ancora completato lo sviluppo delle operazioni mentali abbastanza da poter imparare la lingua latina. Consiglio dunque di iniziare a insegnarla in terza media, mentre in seconda si può cominciare a familiarizzare con la cultura latina mostrando immagini, ricostruendo ambienti magari usando arredi di teatro, o visitando rovine romane per chi vive vicino a resti archeologici". "'Sì ma' anche alla promozione della lettura
, sempre più difficile – osserva il medico dei piccoli – perché i genitori stessi oggi leggono poco e spesso in casa ci sono meno libri. Anche in questo caso consiglio, come per la musica, di proporre testi che siano ambientati nel mondo contemporaneo, quello che gli alunni vivono e conoscono, storie vicine alla loro vita e al loro sentire. Solo dopo, quando si saranno abituati ai libri, si potrà passare ai classici che così risulteranno più capiti e amati". Infine il 'no': dalla torre il pediatra butterebbe giù "la dicitura 'non sufficiente' nei giudizi. Già in passato ho criticato questo termine perché per l'alunno rappresenta un insuccesso, una perdita di autostima. Di più, potrebbe anche favorire fenomeni di bullismo". Farnetani non ha dubbi: "Il 'non sufficiente' non va bene. Sul compito, sul registro, in pagella, scrivere 'in formazione'. Lavori in corso. Anche io – penserà il ragazzo -come altri e come tutti posso farcela". (di Paola Olgiati) —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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