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‘Storie Bastarde’, a Milano la presentazione del libro di Davide Desario

today10/03/2025 - 21:21 2

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Data di pubblicazione: 10/03/2025 alle 21:21

(Adnkronos) – “Poche parole che ti entrano dentro e ti prendono a cazzotti l’anima. Tagli corto perché certe cose non vuoi nemmeno saperle, perché tanto Oscar non c’è più. Tagli la telefonata…. Oscar non aveva lanciato nessun mayday. Era abituato a regalare battute, sorrisi, compagnia e a non chiedere niente. Uno di quelli che aiuta tutti, ma poi chi aiuta lui? Giri per le strade e ti sembra di vederlo e poi arriva lunedì 2 gennaio. Il giorno dei funerali”. È un breve stralcio dal libro “Storie Bastarde”, scritto dal direttore dell'Adnkronos Davide Desario ed edito da Avagliano Editore, presentato al Piccolo Teatro Grassi di Milano. All'evento, moderato dalla giornalista Sabrina Scampini, sono intervenuti anche la procuratrice generale presso la Corte d’Appello di Milano, Francesca Nanni, e l’ex prefetto di Roma, già capo della Polizia e direttore di Sisde e Aisi, Franco Gabrielli. Tra il pubblico presenti la giornalista e opinionista Caterina Collovati, il compositore e pianista Roberto Cacciapaglia, già autore dell’inno dell’Expo 2015, Andrea Polo di facile.it.  
“Storie Bastarde” racconta 27 episodi di vita vera, sul cui sfondo scorre la cronaca dell’epoca, come la tragedia di Vermicino. Risse, pestaggi tra fazioni politiche contrarie, motorini rubati, scippi. Bambini che crescono in una realtà avversa, strana, ma che hanno lasciato troppi amici per strada, chi per overdose, chi ammazzato. Un libro “molto romano” lo definisce l’autore, ma anche molto italiano. “Tante persone – spiega Desario – mi hanno detto 'guarda che la tua Ostia era la mia Lecce, la mia Bergamo, la mia Udine'. Il libro parla di cose di tutti i giorni e di persone normali, siamo tutti gli stessi. Questa è stata una delle riflessioni che mi ha spinto a scriverlo”. Storie “tutte assolutamente vere”. Sono 27 “ma ne avrei potute scrivere 54” afferma.  Il libro scatta una fotografia di “una dimensione seria, la levitas di storie che ti inducono anche ad un sorriso che però vanno calate in una realtà particolare. Una realtà che ha pochi riscontri in altre parti del Paese”, afferma Gabrielli. Un romanzo di formazione, con i grandi fatti di cronaca che fanno da sfondo alle vicende di vita quotidiana di un gruppo di ragazzini in una terra dove sopravvivere tra speranza e frustrazione.  Nel libro emerge di “molto vero” il confine tra il lecito e l’illecito perché quello “tra la vita normale e il fatto di cronaca è minimo” sottolinea la procuratrice generale Nanni. “La nostra normalità è vicinissima all’evento tragico o al reato. È un confine sottilissimo e non ce ne rendiamo conto – rimarca -. Dal punto di vista soggettivo sono una fanatica dell’assoluto rispetto delle regole. Quando si comincia a violare una norma sai dove cominci, ma non sai dove finisci”.  Sfide innocenti e giochi pericolosi, un'umanità “de lama e de fero”, la metropoli e la città. Un libro che porta il lettore nel cuore dell’infanzia e della giovinezza, che parla la lingua della strada, malinconica e ruvida allo stesso tempo. Storie bastarde che ci ricordano come eravamo. E ci aiutano a comprendere come siamo. L’unica cosa che resta è attaccarsi fortemente alla vita. (di Marco Cherubini) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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