Radio K55
Data di pubblicazione: 17/03/2024 alle 10:45
La notizia di metà marzo più rilevante in relazione agli usi e costumi delle genti umane è sicuramente il bando della piattaforma TIKTOK che la Camera dei Rappresentati USA ha approvato a larga maggioranza. La legge, se si perfezionerà, apre la strada al divieto ad usare TikTok negli Stati Uniti: ByteDance, la holding cinese che la controlla, ha sei mesi di tempo per vendere a capitali occidentali la rete social popolarissima in tutto il mondo.
In Cina TikTOk è attiva sotto altro nome, Douyin, ma è comunque un’altra app anche se il principio di funzionamento è simile. In riferimento alla politica di uso di internet si parla infatti di Grande Muraglia Digitale cinese, ovvero di un Great Firewall che blocca l’uso di una serie di siti, di applicazioni e di contenuti. Infatti, grazie alla Cyberspace Administration of China (Cac), il principale regolatore di Internet del Paese orientale, si usa dire che in Cina l’accesso al web più che via internet è via Intranet. Un programmatore della Cina settentrionale è stato recentemente condannato a pagare più di 1 milione di yuan (circa 128 mila euro) alle autorità per essere andato su internet bucando il Great Firewall grazie a una rete privata virtuale.
Il governo cinese, non avendo tra i suoi obiettivi quello di assomigliare ad una democrazia, non ha problemi a censurare comportamenti che nella cultura liberista del mondo occidentale sono considerati diritti dell’individuo. Due anni fa, le autorità di regolamentazione hanno vietato ai giocatori online sotto i 18 di usare i videogames nei giorni feriali, limitando il loro utilizzo a sole tre ore nei fine settimana. Dell’anno scorso una legge che vieta l’uso dei cellulari dopo le 22 fino al mattino seguente per i minorenni. Ciò per evitare che i giovani diventino dipendenti dai social network e dal telefono cellulare. Sono allo studio anche delle rigorose limitazioni per l’utilizzo dei device tecnologici a seconda delle fasce di età: 40 minuti al massimo sotto gli otto anni e due ore per chi ha 16 o 17 anni.
Oltre alla macrocensura di Great Firewall e ai divieti imposti alle nuove generazioni nell’uso delle piattaforme, c’è anche la microcensura dei contenuti. Le maggiori piattaforme social come FB e X non sono accessibili in Cina. Douyin ha comunicato di aver deciso di eliminare i contenuti che “inquinano la comunità e mettono in pericolo il benessere fisico e mentale dei giovani”. Vengono quindi cancellati i post che promuovono il culto del denaro, prendono in giro i poveri, ostentano lo status sociale e attraggono minori con beni di lusso. Tra marzo e maggio 2023, le principali piattaforme di social media hanno sanzionato più di 927.600 account. La motivazione ufficiale è come sempre quella del contrasto alle fake news e alla disinformazione.
Ma torniamo alla decisione della Camera americana. Da tempo TikTok era considerata una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Coi suoi 170 milioni di utenti americani, la metà della popolazione, l’app potrebbe essere usata dal regime di Pechino tanto per carpire dati sui cittadini Usa, quanto per influenzare politicamente i suoi utenti, soprattutto i giovani, in tempi di elezioni.
E’ probabile che questa stretta sia in conseguenza del fatto che l’Intelligenza Artificiale ha moltiplicato la potenza nella profilazione dei comportamenti di scelta degli utenti e quindi nella definizione degli algoritmi per presentare i contenuti di maggior successo.
Ma ancor prima di questa decisione in America è nato un movimento di opinione contrario ai social che si è concretizzato in alcune iniziative legali. Di una di queste abbiamo già parlato nell’articolo di un anno fa se telefonando. Le scuole della città di Seattle, sul Pacifico, hanno fatto causa alle major che forniscono app di social per danneggiamento della salute psichica dei ragazzi e quindi del loro rendimento scolastico. Le scuole hanno accusato i social media di essere responsabili della maggiore diffusione di una serie di patologie tra le quali ansia, depressione, problemi alimentari e cyberbullismo. Accadeva a inizio 2023.
A Novembre, sempre del 2023, ecco invece una vera e propria Class Action a livello federale. 41 stati americani hanno fatto causa a Meta per i social FB e Instagram. Nella causa di 233 pagine viene dichiarato:
“Meta ha sfruttato tecnologie potenti e senza precedenti per attirare, coinvolgere e infine intrappolare giovani e adolescenti… Il suo scopo è il profitto”.
Circa un mese fa, invece, è toccato alla città di New York cimentarsi con una causa legale. La denuncia del sindaco sostiene che le società proprietarie dei social media, tra cui Meta (Facebook), Snap (Snapchat) e ByteDance (TikTok), hanno consapevolmente progettato le loro piattaforme per massimizzare l’uso da parte dei minori. Nel mirino, le strategie di marketing aggressive e i sistemi di algoritmi che, secondo la denuncia, “attirano, catturano e creano dipendenza nei giovani”, esponendoli a contenuti dannosi.
Ma andiamo ora a vedere il contenuto di un video edito da RaiPlay nel 2023 per la rubrica PresaDiretta che trovate a questo indirizzo.
In breve, questo video racconta che in Oklahoma, nella città di Tulsa, è in corso dal 2018 un progetto su diverse città degli Stati Uniti per seguire 11.000 bambini dai 10 anni fino ai 20. 440 milioni di dollari investiti dal governo americano per il più ambizioso studio di monitoraggio dello sviluppo cerebrale dei giovani. Lo scopo è capire come l’impatto con il mondo digitale influenzi il loro cervello nell’età della sua maturazione definitiva.
Al quinto anno di studio siamo a metà percorso e si possono già trarre alcune indicazioni. Tramite risonanze magnetiche strutturali del cervello, fatte ogni due anni sui ragazzi monitorati, si vedono come i volumi delle diverse aree cerebrali cambiano nel corso dello sviluppo. Tramite risonanze funzionali si misura come cambiano le attività durante un determinato compito. Attraverso poi la somministrazione di dettagliatissimi questionari il campione di 11000 ragazzi si divide in fasce a seconda delle frequenze di utilizzo dei device digitali e da ciò si può comparare l’influenza degli stessi sui cambiamenti del cervello testimoniati dalle risonanze.
I primi dati sono allarmanti dice il servizio di RaiPLay.
Il professore di neuropsichiatria Martin Paulus racconta che i bambini che passano molto tempo sugli schermi mostrano un disallineamento tra lo sviluppo esagerato delle aree visive a scapito dello sviluppo minore delle aree dove si svolge il pensiero critico. Ovvero, la corteccia Prefrontale ventromediale. Quella che permette di fare delle valutazioni critiche sulle persone e sugli eventi, sulle scelte etiche, sulle preferenze e anche discernere con chiarezza i propri desideri.
Il professor Paulus osserva che 10 anni fa non c’era TikTok Whatsapp eccetera e quindi solo ora si comincia a vedere quali conseguenze possono dipendere dallo stare così tanto sul cellulare.
Viene poi raccontata la storia di una ragazza che mostra alti livelli di ansia in coincidenza con prolungati tempi di accesso ai social. L’intervistatrice le chiede se ha avuto presto il cellulare:
“In quinta elementare. Ho supplicato mio padre fino a che non ha ceduto. Gli ho detto: Tutti i miei amici ce l’hanno, lo voglio anche io! non volevo sentirmi esclusa”
Quindi il papà non ha retto all’immagine della sua figlia esclusa per mancanza di cellulare ad un’età, 10 anni, in cui, per alcuni soggetti predisposti, diventare dipendenti dai social è un attimo. Era dunque il papà che non reggeva alla Fear Of Missing Out della figlia. Solo che tu papà, quella lì che hai davanti non è una sconosciuta. Ci hai già vissuto 10 anni insieme. Un’idea sulla sua propensione a sentirsi dipendente dall’opinione altrui te la sei sicuramente già formata. Se avessi ascoltato questa idea avresti potuto dire “Cara, non mi importa degli altri, se ne parla fra un paio di anni forse, vediamo”. Tua figlia avrebbe pensato di avere un papà stronzo e come darle torto, dal suo punto di vista. Ma ognuno avrebbe fatto la sua parte fino in fondo. Tua figlia quella di desiderare, come parte della sua legittima spinta vitale. Tu padre, quella di prenderti cura dell’adulta che verrà piuttosto che perderti dietro la bambina incapace di orientarsi nell’immagine idealizzata di sé.
Così facendo tua figlia, avrebbe conosciuto la sua capacità di sopravvivere ad una frustrazione da provvisoria mancanza di oggetto, il cellulare, e di presunta mancanza di inclusione, essere uguale agli altri, su cui avrebbe potuto costruire un primo mattoncino per un’esperienza meno ansiosa di se stessa.
Oppure, se fossi stato un padre che può dedicare più tempo ad osservare tua figlia, avresti potuto dire: “D’accordo, ma con tutta una serie di limiti negli orari di uso e di controlli sui contenuti che mi riservo di fare quando voglio e senza che tu protesti”
Però questo è più difficile, perché poi bisogna farlo, e se non l’hai osservata prima è difficile farlo dopo.
Con questa espressione si indica una persona assente la cui presenza incombe sui presenti; una persona a cui tutti pensano, ma che nessuno osa nominare direttamente.
E’ curioso che, sia nel modello liberista che in quello non, America o Cina, cambia poco. In entrambi i modelli il convitato di pietra che nessuno nomina è la famiglia. In America sono le scuole, gli stati federali, i sindaci che fanno cause per avere soldi senza peraltro che sia chiaro il nesso su come i soldi eventualmente incassati possano giovare alla compromessa salute psichica dei ragazzi. In Cina deve essere lo stato che sospende l’erogazione dei servizi social dalle 22 perché i ragazzi possano dormire invece di scrollare. In entrambi i casi si suppone che la famiglia di un minore sia presente per pagare le tasse scolastiche e comprare la tecnologia pensata e progettata per i loro figli, ma che non possa esercitare alcun potere in merito ai comportamenti dei loro figli.
Una presenza di pietra insomma. La cui assenza genera angoscia e attiva altre entità a cercare di coprirne quanto più possibile la catastrofica mancanza.
Ovviamente la famiglia assente non è quella degli affetti che anzi può essere super presente. Ma quella della famiglia come prima comunità umana in cui fare esperienza dell’incontro con le norme, i vincoli, i limiti e i ruoli della vita sociale. Come dice il sociologo Marcel Gauchet, all’est come all’ovest la tendenza corrente vede la famiglia intimizzata prendere il posto della famiglia normativa. La cui funzione è stata totalmente delegata alle istituzioni. La Scuola ma anche il potere esecutivo nelle sue diverse espressioni. Quando la polizia ritira la patente ad un ragazzo che guida con un tasso alcolemico oltre i limiti è molto raro che sia proprio l’unica volta che il tasso esorbiti i limiti imposti, nella storia delle serate di questo ragazzo. Ma precedentemente, la famiglia non ha voluto vedere, non si è voluta rendere conto di questa abitudine del proprio figlio, rinviando questa presa di coscienza al momento della telefonata della polizia stradale. E in alcuni casi non si tratta solo di patente ritirata, purtroppo. Un’altra ricetta della modernità conosciuta come le “Stragi del sabato sera”.
Quando invece, ad esempio, la Società italiana di Pediatria dà delle indicazioni su come regolare l’accesso dei minori agli strumenti elettronici nelle varie età per rispettarne la salute psichica, non essendo un’autorità capace di sanzionare ma solo di dare indicazioni, in larga misura non viene ascoltata. Perché molti genitori destinatari di queste indicazioni, hanno abdicato alle funzioni normative. Non si può limitarsi a dissentire verso le abitudini sbagliate del figlio. Non si possono proporre norme rinunciando ad esercitare il potere di erogare le relative sanzioni. La proposta della norma diventa allora finta, pura apparenza. Un formalismo tenuto in vita per accontentare la morale e scaricarsi la coscienza di chi, nel ruolo di educatore, dovrebbe esercitare un autorità che è il primo a non attribuirsi. E i ragazzi sono i primi a riconoscere l’ipocrisia delle norme proposte in quel modo, per cui non hanno neanche scrupoli a infrangerle.
Questo sembra essere il paradosso che forse spiega anche il recente spostamento delle preferenze politiche verso governi di destra nelle maggiori democrazie occidentali, perché sono governi in cui le misure dirigiste sono più affini alle culture di riferimento. Se la famiglia diventa incapace di proporre un confronto con il limite, con la rinuncia, con l’accettazione della realtà e delle sue imperfezioni, la ricaduta in termini di salute psichica delle nuove generazioni è peggiore nelle società dove la competizione per affermarsi è regolata da strumenti democratici. Il motivo è chiaro. Il mondo che promuove i consumi è figlio delle pratiche capitalistiche che a loro volta prosperano nei principi del liberismo democratico. Per questo, le democrazie non riescono ad andare contro il loro DNA dove il dogma filosofico di base è la libertà dell’individuo e della sua libera iniziativa. Per coincidenza, la promozione dell’individualismo è anche la più adatta a sostenere la crescita dei consumi, caposaldo dell’economie liberiste.
Le dittature, invece, senza farsi problemi sono capaci di catturare i vantaggi del capitalismo non rinunciando però a esercitare il potere di limitare la libertà individuale della popolazione. Tali scelte, paradossalmente, possono sostenere la salute psichica giovanile meglio là dove la famiglia moderna abdica al suo ruolo di educatrice normativa. E suona ironico come un comunicato recente della Cia abbia rivelato che i funzionari governativi cinesi abbiano come piano principale “lasciare che gli Stati Uniti si autodistruggano”. Magari usando anche TikTok come una bomba ad orologeria. La versione destinata all’estero di Douyin, TIKTOK, è infatti molto differente da quella cinese. Gli algoritmi di TIKTOK sono esplicitamente studiati per creare dipendenza dal social come spiega bene questo altro video del 2023 di Presa Diretta, sempre su RaiPLay, intitolato “la Dittatura dell’Algoritmo”.
Dunque, meglio la dittatura capace di avvelenare le nuove generazioni dei paesi nemici ma proteggere le proprie sostituendosi ai padri della famiglia intimizzata? Quelli che hanno paura a normare ?
E’ solo una vittoria apparente. E’ un’importante sconfitta nel sostituirsi ad una funzione mancante invece di creare le premesse per la sua rinascita. Una popolazione tenuta in uno stato di infantilismo dalla dittatura può sentirsi più sicura in certi frangenti ma ristagna in una dimensione di immaturità e di inconsapevolezza generalizzata.
Meglio una cocente sconfitta come quella che sta attraversando l’intero Occidente nell’evidenza di non sapersi prendere cura delle nuove generazioni. Perché da una sconfitta si può ancora imparare volendo. Grazie allo studio della città di Tusla e tanti altri simili, può emergere una consapevolezza maggiore circa la natura del malessere che attanaglia le nuove generazioni. Si può regolamentare meglio il percorso di informazione ed educazione alla genitorialità nel terzo millennio. Un genitore futuro che non avrà paura di scontentare i propri figli perché potrà scegliere per il meglio anche se non rispetta il principio di massima inclusione.
Per non dover scoprire, tardi ormai, che i ragazzi si sentono molto inclusi certo, ma nel malessere comune. Vedi l’articolo della settimana scorsa Istruiti, intrattenuti, ingozzati. Ma sempre mortalmente annoiati.
Oggi sta diventando possibile, i dati e le comprensioni corrette cominciano ad esserci.
Buon Universo a Tutti.
Written by: mind_master
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