Radio K55
Data di pubblicazione: 19/02/2025 alle 14:02
(Adnkronos) – L'amministrazione Trump accelera per una soluzione della guerra in Ucraina, incontra la Russia per la prima volta dal febbraio 2022 e per Volodymyr Zelensky si annunciano giorni difficili, ormai all'angolo e forte solo del sostegno dell'Europa, a sua volta rimasta fuori dalle trattative di Riad. Le ultime dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti contro il leader ucraino, che con Joe Biden aveva costruito un rapporto più che privilegiato, pesano come macigni. Critiche aspre, che indicano un cambio di linea, con Washington sempre più propensa a un dialogo con Mosca. Anche a costo di sacrificare l' 'alleato' ucraino, che a sua volta replica con stizza. Parlando con i giornalisti a Mar-a Lago, Trump – al termine di una giornata già pessima per il presidente ucraino – ha definito Zelensky un pessimo negoziatore. Il presidente americano è andato avanti con tutto un repertorio di dichiarazioni che di certo non hanno fatto piacere al suo omologo ucraino. Il primo dei colloqui con i russi a Riad è andato "molto bene", ha fatto sapere Trump, senza nascondere anche una certa irritazione nei confronti della frustrazione di Zelensky per essere stato escluso e per la sua decisione di annullare la visita in Arabia Saudita. "Beh, sei lì da tre anni. Avresti dovuto chiuderla, tre anni…. Non avresti mai dovuto iniziare. Avresti dovuto fare un accordo", ha risposto Trump quando gli è stato chiesto di commentare le critiche arrivate dal governo di Kiev, indirizzando apparentemente la sua risposta a Zelensky. Mai da Washington erano arrivate parole di condanna così dure nei confronti della leadership ucraina.
Trump, osserva Politico, sembra essere più interessato a normalizzare le relazioni con la Russia che a garantire che l'Ucraina resista e a punire Putin per aver scatenato la prima guerra sul suolo europeo dal 1945. Da Mosca e Washington anzi è arrivata anche una presa di posizione comune sulla necessità che in Ucraina si svolgano elezioni, dal momento che il mandato di Zelensky è scaduto a maggio scorso. E anche in questo caso Trump non ha usato parole al miele. "Siamo in una situazione in cui in Ucraina non abbiamo avuto elezioni, dove abbiamo la legge marziale, dove il leader – cioè, odio dirlo, ma è sceso al 4% di popolarità – e il Paese è stato fatto a pezzi", ha detto, sottolineando anche che gli ucraini "sono stanchi" delle morti e della distruzione e desiderosi di vedere la fine della guerra. "La gente vuole vedere che accada qualcosa". Anche Elon Musk, che nelle scorse ore ha rilasciato un'intervista congiunta con Trump alla Fox, sembra aver sposato la nuova linea della Casa Bianca. Il miliardario sudafricano, che attraverso i satelliti di Starlink aveva tenuto in piedi il servizio internet in Ucraina dopo l'invasione, in uno dei suoi innumerevoli 're-tweet' ha espresso sostegno a un post di un utente su X in cui si accusa Zelensky di non volere "la pace", ma "soldi e potere", rispondendo con l'emoji "100", apparentemente a indicare il suo consenso. Zelensky, dal canto suo, dopo aver cercato in tutti i modi di convincere Trump a sposare la causa ucraina, non cerca nemmeno più di nascondere il suo fastidio per il presidente americano, che – ha dichiarato replicando al fatto che sarebbe al 4% di popolarità – "vive in uno spazio di disinformazione" russa. Il leader ucraino sembra avvertire il rischio che alla fine Washington e Mosca si accorderanno sull'Ucraina, con buona pace sua e dell'Europa. "Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione", ha di nuovo messo in guardia denunciando l'ennesimo raid russo, stavolta contro Odessa. A Kiev, intanto, è arrivato l'inviato speciale della Casa Bianca, Keith Kellogg, ma molti osservatori non credono basti per ricostruire i rapporti. "Le decisioni su come porre fine alla guerra in Ucraina non possono essere prese senza l'Ucraina", ha scandito ieri Zelensky dalla Turchia, dicendosi "sorpreso" per il mancato invito a Riad e cercando una sponda almeno in Erdogan. Il leader turco, dopo aver offerto a lungo la disponibilità ad ospitare colloqui di pace, è stato a sua volta 'bruciato' sotto al traguardo dall'erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, che ha già prenotato anche i prossimi round. Dal Cremlino si nota una certa soddisfazione per la piega presa dagli eventi, nonostante l'imposizione del 16mo pacchetto di sanzioni deciso dall'Ue. I colloqui di Riad hanno rappresentato un passo "molto importante" verso una futura soluzione della crisi, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce Dmitry Peskov, confermando che l'atteso incontro tra Trump e Putin ci sarà, forse già entro fine mese. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Written by: News News
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