Radio K55
Data di pubblicazione: 22/09/2024 alle 16:45
Zeus protegge ancora gli umani?
Questa settimana abbiamo scelto di riflettere su un importante conflitto tra potere e diritti emerso il 14 settembre scorso. La procura di Palermo, sorprendendo tutti, ha chiesto la condanna a sei anni di carcere per sequestro di persona all’attuale Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Italiano e Ministro degli Interni all’epoca dei fatti. Per il caso Open Arms che data Agosto 2019. Entro un mese dovrebbe arrivare la decisione dei giudici. Ma facciamo un passo indietro.
Nel primo articolo di cronache terrestri del 2024, avevamo messo a fuoco l’idea che nei tempi che corrono i folli non sono più i matti di una volta. I quali matti veri, quando individuati e riconosciuti, scompaiono oggi dalla visibilità collettiva grazie alla camicia di forza della chimica, gli psicofarmaci, che permettono una reintegrazione parziale della follia in un qualche tipo di norma.
Quando invece non sono individuati per tempo, alcuni di loro emergono di colpo alla visibilità delle cronache attraverso i ben noti delitti senza un movente o comunque sproporzionati di fronte al movente. La ragazza che sotterra due suoi bambini nel giardino di casa. Il ragazzo che stermina la famiglia. Il giovane che esce una sera con un coltello per ammazzare qualcuno non importa chi. Il ragazzo che accoltella a morte un coetaneo per un debito di pochi euro. Eccetera eccetera.
Per questi, a posteriori, si mobilitano una schiera di psicologi con diversi compiti: per diagnosticare eventuali infermità mentali nell’iter processuale, per sostenere i parenti, per sorvegliare il pericolo di suicidio dei protagonisti, per commentare i fatti di cronaca dalle pagine dei giornali, eccetera eccetera.
Quindi, o prima o dopo aver fatto danno, i folli di oggi vengono reintegrati in qualche modo. La società li riassorbe nel suo seno e assegna il posto di un tipo di follia che rientra in un qualche tipo di norma. Una follia normale insomma.
Ma i folli veri? Quelli che non rientrano in nessuna norma ?
I folli veri, tanti secoli fa, venivano messi al bando dalle città dove vivevano, senza una diagnosi perché allora non esisteva la parola psicopatologia. Ci fu un tempo in cui venivano imbarcati su navicelle instabili e affidati alle onde di acque sconosciute e infinite perché mai tornassero in quelle città, come ci narra il quadro di Bosch del 1494 di cui abbiamo parlato nel suddetto articolo. Erano affetti da una psicopatologia che in quel mondo non poteva essere normalizzata in alcun modo e quindi venivano espulsi.
Oggi, il posto di quegli individui è stato preso da moltitudini che non possono essere normalizzate. Una tipologia di umani la cui psicopatologia collettiva non è ancora stata inclusa nel manuale diagnostico delle malattie mentali ultima edizione. La potremmo chiamare DDDC oppure SMFG. Ovvero, Disturbo Da Disperazione Cronica oppure Sindrome da Morto di Fame e di Guerra. Ma sempre su acque perigliose continuano a navigare. Quando poi la sorte li sottrae al loro destino di folli conducendoli ad un approdo, può accadere di non essere riconosciuti comunque come “normalizzabili”.
Un agosto proprio folle
Proprio come nel caso della ONG spagnola Open Arms, la cui navicella sostò 19 giorni nell’agosto 2019 al largo del porto di Lampedusa prima di poter sbarcare 147 migranti. Folli dunque, le cui condizioni di salute richiedevano pronta assistenza per le torture nei campi di concentramento della Libia e poi in mezzo alle onde del Canale di Sicilia, la striscia d’acqua che separa il nord Africa dall’Italia. Negli ultimi giorni alcuni di loro avevano cominciato a gettarsi in acqua per raggiungere il porto a nuoto mettendo a rischio la propria esistenza. Fino a che non intervenne il procuratore di Agrigento a disporre forzosamente il loro sbarco.
Per il reato di sequestro di persona i PM hanno chiesto 6 anni di condanna per il ministro degli interni italiano che dispose il blocco della nave negando loro l’istituzione internazionale del “Porto Sicuro”. In quei giorni agostani lo status di folli aveva prevalso sullo status di esseri umani. Può succedere che l’uomo non riconosca il suo prossimo come uomo. Ogni folle è uguale ad un altro folle nel suo essere nessuno.
A proposito di nessuno è successo anche ad Ulisse. Ovvero al prototipo di uomo capace di passare dalla condizione di nessuno a quella di qualcuno e poi a quella di eroe. Il libro sesto dell’Odissea racconta che sbarcato nella terra dei Feaci dopo un naufragio, in condizioni pietose come i 147 di Open Arms, Ulisse incontra tre damigelle. Due scappano perché non riconoscono in lui l’umano. Vedono solo il folle. La terza, Nausicaa, può rimanere e può accoglierlo solo perché Atena le ha donato la facoltà di sognare. E in sogno ha riconosciuto l’umano oltre l’inumano che appare ai suoi occhi. Così è capace di rassicurare le compagne con queste parole:
“Ma questo infelice è giunto qui vagando sul mare
e bisogna prendersene cura,
perché tutti gli stranieri e i fuggiaschi sono protetti da Zeus,
e anche un nostro piccolo dono è prezioso”.
Le due damigelle fuggitive ci dicono che può succedere dunque, ma rimane l’impressione che succeda più frequentemente nell’età moderna piuttosto che nell’antichità. Forse perché Atena non manda più sogni agli esseri umani ? Forse perché il sacro e il magico si sono a loro volta addormentati così come sostiene Ernesto De Martino di cui abbiamo parlato nell’ultimo articolo?
L’attesa dell’uomo planetario
A proposito del pensiero di De Martino ascoltiamo cosa diceva un altro Ernesto:
“Nell’età moderna l’uomo incontrò l’uomo e non lo riconobbe, come dire: l’uomo incontrò se stesso e non si riconobbe, avviando così una tragica alienazione che solo in un’autentica età planetaria potrà essere pienamente risanata”.
Così l’intellettuale Ernesto Balducci, nella suo saggio “La terra del tramonto” esponeva la tesi che le minacce alla sopravvivenza dell’umanità tipiche della modernità unificano il destino di tutti. Emerge la necessità di operare una transizione dall’uomo moderno ad un uomo planetario. L’ontologia della differenza “noi e gli altri o civilizzati e primitivi” é al tramonto.
Continua Balducci:
“Gli esclusi al banchetto delle nazioni fanno ressa alla porta e c’è chi riesce a penetrare nella sala sfarzosa suscitando nei commensali sgomento e irritazione. La buona coscienza è finita per sempre, e l’opulenza non può durare senza crimine”.
I folli veri di oggi, quelli che rimangono fuori dalla porta, sono dunque tutti coloro che non sono titolari di interessi di mercato. Che non portano ricchezze né cultura produttiva ma solo bisogni, primari e secondari. Se approdano in una terra dove il riconoscimento è riservato a chi è portatore di interessi economici non vengono riconosciuti come uomini.
Se Nausicaa avesse ragionato in questi termini avrebbe ricacciato in mare l’Ulisse Nessuno e chi se ne frega di Zeus. Ma quelli erano altri tempi.
Per ora accontentiamoci dell’Uomo moderno
George Simmel, nato poco prima dell’Unità di Italia, fu uno dei padri fondatori della sociologia moderna e scrisse molto sulla psicologia e sulla filosofia del denaro. Egli riconduceva allo sviluppo dell’economia monetaria l’origine del processo di formazione della società moderna, delle grandi trasformazioni tecnico-industriali, sociali e culturali del suo tempo.
Nella sua principale opera “Filosofia del denaro”, definita come un capolavoro di analisi e descrizione psicologica, Simmel sostiene che il denaro ha favorito lo sviluppo dell’individualità personale, consentendo a chi lavora di essere infinitamente più indipendente rispetto ai vincoli delle obbligazioni personali date dai vantaggi o dagli svantaggi di nascita che tanta importanza fino ad allora avevano avuto per definire il posto delle persone nelle gerarchie delle società umane. Il risultato è stato una libertà di movimento inaudita e una maggiore coscienza di sé. In ultimo, una possibilità per ciascun umano di liberarsi dalla soggezione totale ad altri suoi simili. L’operaio moderno non è più preso in affitto con tutta la sua persona. Al massimo si può affittare la sua forza-lavoro a fronte di una valutazione tecnica del suo valore.
Per questi vantaggi il denaro è stato gradualmente investito da un’immagine di onnipotenza. Da mezzo diventò gradualmente un fine. Un principio superiore che viene ad assomigliare ad una rappresentazione divina e che finisce per scalzare gradualmente Zeus e successivi, uno per uno. La morte del divino che tante volte ci siamo trovati a riflettere in precedenza.
Tale centralità assunta dal denaro, inteso come fine, trasforma progressivamente in mezzi tutte le componenti della vita, ridimensionando qualitativamente l’interazione sociale. Le relazioni umane si spersonalizzano perché le persone sono sempre più viste non come persone ma come titolari di interessi economici. Ai rapporti di interdipendenza materiale ed emotiva tra gli uomini si sostituiscono i rapporti di concorrenza mediati dallo scambio di merci. Così facendo il mercato non solo si rende autonomo dal sociale ma anche imprime al sociale la sua forma, quella della ragione calcolante. Il “che cosa” e il “come” vengono a perdere importanza rispetto al “quanto”. La solidarietà di interessi che faceva da collante della vita comunitaria perde importanza rispetto alla particolarizzazione spinta degli interessi dei singoli membri.
L’homo oeconomicus.
Da wikipedia leggiamo:
“L’homo oeconomicus è visto come “razionale” nel senso che egli persegue come obiettivo la massimizzazione del suo proprio benessere (definita da una certa funzione matematica detta funzione di utilità)”….
La nozione di utilità è sovente associata in economia a quella di benessere. Ne consegue che la somma delle utilità degli individui di una determinata società viene considerata come benessere sociale.
Dunque il folle nell’economia monetaria cessa di coincidere con lo psicopatologico perché anche lo psicopatologico può essere quantificato risultando perfino utile alla società. Sia in sede di diagnosi, vedi i criteri quantitativi che regolano le diagnosi dei disturbi mentali e relativi rimborsi assicurativi. Sia in sede di spese per ricerca e terapie che contribuiscono a far girare comunque l’economia di una società contemporanea.
Oggi il vero folle è colui a cui la sorte ha riservato di trovarsi fuori da qualsiasi economia monetaria.
Una buona notizia finalmente… ah no…
A proposito di numeri, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), un’agenzia dell’ONU, tra gennaio e agosto del 2024 sono arrivati in Europa molti meno migranti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Solo 114 mila rispetto a 176 mila. Quasi un terzo in meno. Ma la ragione non sembra dovuta ad un miglioramento di vita delle popolazioni subsahariane. Pare che ciò consegua agli accordi presi già dal 2023 tra Italia, Unione Europea e alcuni paesi nordafricani. In questo articolo di Agosto scorso della rivista online “il Post” troverete commentate le possibili ragioni. In breve, soprattutto la Tunisia ha ricevuto soldi in varie forme sia dall’Italia che dall’Unione Europea per pattugliare i confini del paese e rafforzare la guardia costiera. Da quest’articolo leggiamo:
Da circa un anno le autorità tunisine compiono arresti di massa di migranti subsahariani sulla terraferma, soprattutto a Sfax. Durante queste operazioni decine di persone vengono caricate con violenza su dei pullman e abbandonate al confine desertico con la Libia oppure l’Algeria.
In un altro articolo della stessa rivista del luglio 2023, a conferma della messa in opera di questi accordi, già si leggeva:
All’inizio di luglio le forze dell’ordine tunisine hanno arrestato centinaia di migranti provenienti dall’Africa subsahariana e li hanno portati con la forza in una zona desertica nell’est del paese al confine con la Libia. Da allora i migranti sono bloccati in una specie di “terra di nessuno” al confine fra i due paesi, senza cibo, acqua e possibilità di accedere a cure mediche.
In economia cambiando l’ordine dei folli il risultato non cambia
Nel 2015 la foto simbolo del confine che separa il mondo dei folli da quello dei normali era la battigia delle coste di Bodrun, in Turchia. Al limitare tra acqua e terra si stendevano le piccole membra di Aylan Kurdi, Un bimbo siriano di 3 anni, con le sue scarpette e la sua maglietta rossa diventate tristemente famose.
Nel 2023 la foto simbolo è cambiata. Il confine è ora posto tra il deserto di un paese e il deserto di un altro paese nordafricano. Anche qui membra che si stendono e che si raccolgono. I corpi come addormentati faccia nella sabbia e quasi abbracciati sono di Dosso Fati e sua figlia Marie di sei anni, venute dalla Costa D’avorio ed entrambe morte di sete e di caldo dopo essere state scaricate dalla polizia tunisina in quel confine dove ogni umano non può che essere solo che un folle.
Il denaro però continua a circolare trionfando su tutto. Prima degli accordi con i paesi nordafricani i soldi provenivano unicamente dalle famiglie dei poveracci internati e torturati nelle carceri libiche come il film “Io capitano” di Matteo Garrone ha accuratamente raccontato. Il suo controvalore era il tentativo di attraversamento del canale di Sicilia. Ma erano comunque soldi che servivano a riscattare una vita a favore di un destino incerto ma forse migliore.
Dopo questi accordi una parte del denaro proviene anche dai paesi europei e il suo controvalore è che i folli rimangano confinati nel deserto. Ma sono soldi che servono a condannare una vita a favore di un silenzio certo. Un mare di sabbia è meno visibile e meno scandaloso del “Mare Nostrum” con tutte le sue navi, le sue spiagge e i suoi fotografi.
Dunque questi folli, solo morendo possono riscattare la loro follia ritornando tra gli umani perché contribuiscono alla crescita del PIL di qualche paese. Il paradosso è che possono essere riconosciuti solo come numeri e percentuali e solo nel momento esatto in cui spariscono al mondo e alla visibilità del mondo come persone.
L’Homo Planetarius
Se il destino degli uomini nei tempi antichi era influenzato dalle volontà degli dei, e il Fato era il braccio armato di queste volontà, ora il destino degli uomini è influenzato dalle volontà degli interessi economici e il denaro è il braccio armato di questi interessi.
Anche se l’avvento dell’economia monetaria è stato un grande progresso per lo sviluppo delle libertà individuali, ora l’umanità deve fronteggiare una crisi delle relazioni umane di vaste proporzioni.
Ma tanti terrestri stanno diventando sempre più consapevoli di tutto questo. Se già Simmel nel 1900 tratteggiava il profilo dell’Homo Oeconomicus, è solo negli ultimi decenni che si sono diffuse idee come quelle esposte nel concetto di “Crisi della Presenza” e di “Apocalissi culturali” di De Martino, di “Uomo Planetario” di Balducci o del “Principio di responsabilità” del filosofo Hans Jonas, allievo di Heidegger. Tutte idee che additano un’etica possibile per ogni comportamento umano. Il “principio di responsabilità” in breve suona così:
“Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”
E anche l’arte contribuisce potentemente alla circolazione di queste idee. Uno su tutti Ai Weiwei. Che non è un nuovo programma di intelligenza artificiale come potrebbe sembrare, ma il nome del più famoso artista cinese vivente. Una delle più influenti personalità nel denunciare le contraddizioni tra individuo e collettività, tra tradizione e modernità. Molte sue opere sono proprio di denuncia dell’assurdo destino di quei folli che oggi si chiamano immigrati o rifugiati.
Nella foto di copertina vedete “The Law of the Journey” esposta alla Biennale di Sidney del 2018. Un immenso gommone nero con a bordo 250 personaggi senza volto e senza nome.
Di seguito altre due foto di sue opere: A destra Palazzo Strozzi di Firenze dove si è tenuta la mostra a WeiWei dedicata nel 2016.
A sinistra il colonnato della Konzerthaus di Berlino dove si è tenuta il festival Cinema per la Pace sempre nel 2016. Su entrambi gli edifici sono montati in bella vista i fragili strumenti degli immigrati per sperare di non annegare. Gommoni e giubbotti di salvataggio. Questi ultimi che circondano il colonnato sono stati recuperati sull’isola di Lesbo in Grecia tra quelli abbandonati dai migranti.
Tutte queste idee stanno già circolando e modificando le culture umane ma considerando i tempi lunghi dell’evoluzioni dei terrestri, sono ancora troppo recenti per vederne gli effetti. Occorrerà ancora tempo prima che, diventando patrimonio collettivo, possano annunciare l’avvento dell’Homo Planetarius.
Buon Universo a tutti !
Written by: mind_master
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